domenica 30 dicembre 2012

Un pensiero per il 2013, alle politiche italiane non voto.

In Italia la storia del sistema elettorale è molto particolare, speciale, e parte da una lunga stagione di proporzionale che si interrompe dopo i referendum dei primi anni '90, che sancirono la volontà popolare di passare ad un sistema maggioritario e uninominale.

La legge effettivamente cambiò lasciando una quota proporzionale del 25% senza preferenze, un buon modo per poter nominare comunque una parte dei parlamentari. Non paghi di questo nel 2005 si arriva ad un sistema nuovamente proporzionale senza alcuna preferenza. Tanto per fare un esempio, alle ultime elezioni politiche italiane sono stati eletti in Sardegna un deputato e un senatore che nulla hanno a che fare con questo territorio, in maniera bipartisan dai due schieramenti maggiori, cappeggiati da PDL e PD.
Per capire cos'è lo stato della democrazia in Italia è bene conoscere i sistemi elettorali che sono in vigore negli altri paesi europei, soprattutto quelli che, a differenza dell'Italia, hanno una lunga storia democratica.
Francia e Inghilterra sono senz'altro tra questi i più importanti storicamente, e da questi due modelli derivano gran parte delle democrazie attuali.
Quando si parla di democrazia bisogna sempre tenere a mente un fatto: la democrazia è un metodo e non assicura un risultato, ma viene universalmente riconosciuto come il metodo più avanzato nelle scelte politiche. Considerato che democrazia vuol dire governo del popolo, ad indicarne la legittimità e la fonte del diritto, questa non si esaurisce nel principio del governo della maggioranza.
Nell'idea di democrazia contemporanea contano molto i fattori qualitativi che portano alla formazione della scelta nel voto: libertà di stampa e sistema elettorale sono senz'altro tra i cardini dello sviluppo di una democrazia avanzata. Posto che per la libertà di stampa "Reporter sans Frontieres" pone l'Italia al 62esimo posto per ora ci concentriamo sul sistema elettorale.
Sia in Francia sia in Inghilterra esistono sistemi maggioritari uninominali, ovvero dato un seggio in parlamento si forma una circoscrizione che ne determina il vincitore. La differenza tra i due sistemi elettorali sta nel fatto che in Inghilterra basta la maggioranza relativa al primo turno, in Francia, invece, attraverso il secondo turno, è necessario ottenere la maggioranza assoluta.
Guardiamo anche alla Germania, in modo da trovare un sistema più simile a quello che vigeva in Italia nella cosiddetta prima repubblica, termine del tutto improprio perchè non c'è stato nessun sostanziale cambiamento nella costituzione italiana dal '48 a oggi, per cui la Repubblica è sempre la prima. Ma si sa, i politici italiani sono sempre stati attenti alla storia della Repubblica Francese, che effettivamente ha avuto diverse costituzioni e quindi repubbliche, a partire dal 1793, quando ancora la parola Italia non era di moda, e i sardi batterono, tra i pochi, gli eserciti francesi che tentavano di insidiare l'isola.
In Germania il sistema elettorale è proporzionale con sbarramento, ma sono presenti le preferenze, per cui esiste un rapporto diretto elettore-eletto.
In Italia, nonostante il parere espresso dai cittadini, che non meriterebbero questo trattamento perchè non è stata una loro richiesta, sono stati eliminati sia i collegi uninominali tipici del maggioritario, sia le preferenze dei sistemi proporzionali. Chi sceglie i parlamentari eletti? I partiti, punto.
Ora il PD si vanta di chissà quale democrazia per aver fatto le primarie tra Renzi e Bersani e prima di loro ci sono passati Prodi e Veltroni. Ma voi lo sapete che idea ha il PD del sistema elettorale pubblico? Quello che è alla base della democrazia in una società civile e non solo internamente ad un partito? Io no, come non lo so del PDL, che se non avesse ancora Berlusconi a fare una patetica campagna elettorale, probabilmente si sarebbe adeguato a questi nuovi standard democratici italiani, 2 euro a botta, vota meno di un decimo del corpo elettorale e la chiamano democrazia.
Nelle ultime tornate elettorali è evidente un sostanziale calo dei votanti in Italia, su tutti i livelli.
Da un punto di vista democratico va citata la perla italiana, il caso Monti, nominato senatore a vita dal Presidente Napolitano per poter formare il governo tecnico che doveva salvare l'Italia. Anche questo, va detto, succede solo in questo stato, che però a detta dei media ha una costituzione invidiata da tutto il mondo, e nel caso gli italiani non l'avessero ben chiaro, hanno pagato il comico più rappresentativo per spiegarglielo, tanto non esiste controparte, anche perchè l'informazione italiana è pressochè tutta finanziata dallo stato. Forse questo dato è un po' come gli studi di settore, se non lo sanno che è la costituzione migliore non è perchè non è vero, semplicemente non se ne sono accorti, e quindi li trattiamo da imbecilli come si fa in Italia con le partite iva e le microimprese, oltrechè in generale con i cittadini.
Ho scritto questo pezzo per spiegare perchè da quando è in vigore questa legge non ho più votato alle politiche italiane, e cioè non perchè sono un indipendentista estremista, le leggi italiane mi riguardano come cittadino e nella mia attività lavorativa. Ho sempre seguito la politica anche prima di diventare indipendentista e mai mi sarei sognato, a metà anni '90, quando ho iniziato a seguire un po' più attentamente la vita delle istituzioni, che si potesse arrivare a questo punto.
C'è chi dice che non votare è un reato, in effetti prima veniva anche punito, e che tante persone sono morte per permetterci di votare. E' vero, in tanti hanno sacrificato la vita e il lavoro per dare ai propri paesi istituzioni democratiche. A questa classe politica sono bastati pochi anni per distruggere ogni forma democratica, e gli stessi principi della costituzione, che non dicono che i politici sono più uguali degli altri cittadini. Per emulazione o per opera dei vari partiti\correnti di pensiero queste conquiste sono state poi trasferite anche nei paesi dove si è lottato meno, o con storie diverse, come è diversa l'Italia rispetto alla Francia o all'Inghilterra, ma anche rispetto a tanti altri stati, in particolare rispetto all'Europa e il Nord America.
 
 
Il nuovo traguardo della democrazia italiana, hanno tutti l'Ipad,
e soprattutto lo sanno usare!
 
Semplicemente come cittadino italiano il mio non voto esprime un rifiuto. Non riesco ad andare a votare chi di sinistra, di centro o di destra ha permesso che si arrivasse a questi standard di democrazia, di poco superiori a quelli del Nord Africa, nè riesco a dare legittimità ad una classe politica che ritengo colpevole di una crisi culturale e non solo economica, che in parte ne è anche una conseguenza. Molti dicono anche che se non voti poi non puoi protestare, non sei "parte" in gioco. Non so quanto abbia valore questa critica visto che rimango comunque un cittadino, e in quanto tale, visto che almeno la libertà di opinione ancora esiste, potrò sempre dire la mia sugli atti di qualsivoglia governo che mi toccano nei diritti e nel lavoro. La legge, ad onor del vero, è cambiata con al governo il centrodestra, ma fu apprezzata da subito da molti dinosauri della politica italiana. Nel 2006 vinse di nuovo il centrosinistra ma non cambiò la legge, esattamente come non è mai intervenuto sul sistema creatosi nell'informazione, e non dal nulla. Nel 2008 ritorna Berlusconi e chiaramente non cambia la legge. Il 2013 sarà la mia terza astensione, spero che stavolta ci mettano mano ma sarei andato a votare solo se avessi visto una legge elettorale come proposta politica, argomento ben poco dibattuto perchè questa legge fa comodo a tutti loro; non mi basta un "faremo la riforma", anche perchè quelle finora proposte sul modello greco mi fanno solo venire i brividi. La storia si evolve, la Grecia non è più un faro per la democrazia da tanto, e i risultati si vedono, e se continua così si vedranno pure qui.Vorrei chiudere ricordando un politico italiano che stimo, anche se non lo condivido totalmente, ovvero Marco Pannella, leader dei radicali. Tra i tanti politici che ho visto, e che purtroppo ancora vedo, è uno dei pochi che in un modo o nell'altro ha sempre mantenuto un profilo politico, nel senso alto del termine, pur avendo fatto anche tanti errori. Pannella ha sempre "urlato" contro la partitocrazia, e non credo abbia tutti i torti, in realtà è il nome che più si addice all'evoluzione della democrazia nello stato italiano. Il debuttante Grillo, il successo elettorale che sta avendo, lo deve molto a lui, ma anche se lo supererà in consensi per una legislatura, dubito che ne conserverà la portata politica.

Buon 2013 a tutti.




















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