martedì 27 novembre 2012

L'ipocrisia delle primarie all'italiana

In Italia ci sono circa 48 milioni di elettori, hanno votato alle primarie in poco più di 3 milioni.
Si è presentato meno del 7% dell'elettorato alle urne.
Nel 2005 votarono in 4,3 milioni per le primarie dell'Ulivo.



Dov'è la festa? Dov'è la democrazia?
Nelle politiche italiane del 2008 hanno votato in circa 37 milioni di persone.
Tutta la retorica è andata su questo trionfo della democrazia, in uno stato, l'Italia, dove il sistema elettorale, in barba ai referendum degli anni '90, ha eliminato maggioritario e preferenze per un sistema neofeudale di pura cooptazione dalle centrali di partito.
In tutto questo il grande PD ha inventato le elezioni primarie, ed in effetti è vero, in Italia tutto è "creazione" e "fantasia", anche il diritto. Siccome non abbiamo voglia di farvi scegliere i rappresentanti, cosa che avviene dove nascono le primarie originali, vi facciamo pagare per venire a scegliere il leader della coalizione, e, quindi, siamo democratici, bravi!
La maggior parte dei media, complici assistiti del sistema, fanno i complimenti ai candidati ed ai partiti per aver creato questa festa della democrazia.
Nonostante questo incipit il mio orientamento verso le primarie non è negativo, le primarie sono una forma di partecipazione democratica interna a partiti e coalizioni, e sono un utile strumento, ma trovo troppo ipocrita l'atteggiamento generale, una sorta di fuga dalla realtà.
In Italia c'è un Presidente del Consiglio cooptato e mai eletto (in quale altro Stato d'Europa è successo questo?), un sistema elettorale assurdo, come si può parlare di trionfo della democrazia o della partecipazione? L'abbandono delle urne è più che evidente nelle ultime consultazioni.
Il tasso di democrazia si potrebbe immaginare raffrontabile al numero dei votanti, alla libertà del voto, al pluralismo, non certo ad una consultazione simile e per di più privata, in quanto gestita dai partiti e non dallo stato.
La Sardegna si caratterizza per la vittoria più netta di Bersani e per una cifra ancora più bassa di votanti, intorno al 5% degli elettori, e questo non mi dispiace, perchè è un segno di maggiore disaffezione rispetto al sistema politico italiano.
Queste primarie all'italiana mi appaiono più mondane che realmente democratiche.
Adesso attendiamo di conoscere il vincente tra Bersani e Renzi domenica prossima, con Monti dietro l'angolo. Di riforma elettorale non se ne sente più parlare se non come timido augurio, non si accordano perchè sono troppo contenti dell'attuale sistema di controllo.
La democrazia è altrove, come in Catalogna, dove grazie alla spinta indipendentista sono andati a votare in massa, e aldilà del risultato, una ricomposizione con incremento della maggioranza per l'autodeterminazione, i numeri parlano veramente di trionfo della democrazia e della partecipazione.
Ma purtroppo siamo in Italia, chi convintamente e chi molto meno, e ci tocca anche sentir lezioni di democrazia da chi ha lavorato per anni a distruggere qualsiasi forma di partecipazione democratica, e che, tra le altre, ha inventato pure i listini regionali, grazie.




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