sabato 14 dicembre 2013

Elezioni sarde: indipendentisti, sardisti e sovranisti in ordine sparso.

Siamo al 14 di dicembre, se le elezioni verranno confermate per i primi di marzo mancano due mesi e mezzo, ma ancora non tutti i giochi sono conclusi.

Il mio candidato presidente.
Nel centrodestra permane il dualismo Cappellacci-Pili, ed è uno degli elementi più importanti, se si mantiene, a dare ancora un certo equilibrio alla partita col centrosinistra.
Nel centrosinistra la candidatura della Barracciu continua a mietere consensi, tanto che sembra stia dando vita al polo degli esclusi, i sovranisti del Partito dei Sardi, Irs e Sardigna Libera, più altri soggetti come Sardigna Natzione che vi partecipano coerentemente con i propri principi fondativi, ed in particolare con l'ostilità ad alleanze con i partiti italiani.

Sardegna Possibile, partita per prima, sembra un pò a ruote sgonfie rispetto ai proclami iniziali. La sua idea di non avere dentro altre sigle indipendentiste e i vecchi leader dell'area ha portato alla formazione da una parte del Fronte Unidu nell'area indipendentista più radicale, e dall'altra ha impedito il dialogo con tutte le altre forze, che, in ogni caso, non sono, a detta della leader Michela Murgia, portatrici dell'indipendentismo migliore, appannaggio di ProgRes.
Non è un caso che sia Michela Murgia che Francesca Barracciu provengano dall'esperienza politica che ha ruotato intorno a Renato Soru, un altro leader che ha fatto della diplomazia politica un dogma a vantaggio dei concorrenti.
Da indipendentista e sardista non sono contento dell'attuale idea del mio partito di allearsi col centrosinistra, con la sezione Simon Mossa di Oristano abbiamo presentato una mozione che chiedeva proprio un lavoro preliminare per cercare un accordo con gli altri soggetti indipendentisti, utilizzando le primarie come sistema moderno di risoluzione dei conflitti, ed a vantaggio dell'espressività delle diverse idee in campo. La mozione non è passata, anche per colpa nostra, siamo arrivati un po' tardi e ingenui, ma abbiamo dato vita al più bel Consiglio Nazionale a cui abbia partecipato, con voto nominale e una dialettica democratica per la quale non posso che ringraziare il mio partito, il Psd'Az, la cui vita è lunga e ci potrà riservare altre sorprese.
Ora vedo che si sta riaprendo un dibattito in tal senso e mi fa piacere, credo che sia un pò tardi ma resto convinto del fatto che la parola "tardi" nel mondo politico non debba essere sopravvalutata, anche perché poi i conti si fanno sempre il giorno dopo le elezioni, e ciò che sembrava essere tardi in realtà magari potrebbe apparire come un ancora di salvezza, peraltro persa, ma da ripensare per il futuro.
Però non si possono dimenticare le premesse, ovvero i processi di azione e reazione, il rifiuto di Francesca Barracciu di far entrare in coalizione il Partito dei Sardi compensato dalla richiesta in tal senso al Psd'Az.
L'ultima questione che resta come un macigno in questa alleanza è la questione morale, che qualcuno vorrebbe far passare per giuridica quando è solo di natura politica, in senso lato chiaramente.
Ora si parla di nuovo di codice etico, che non è mai stato particolarmente nelle mie corde, lo trovo un'arma di propaganda poco idonea. Il codice etico del PD, uno dei primi nati, prevede che non si possa assumere più di un incarico politico ad esempio, ma ben pochi lo rispettano, e ancora meno l'ha rispettato l'attuale candidata alla presidenza, che ha sempre avuto ruoli sia nel proprio comune che in regione negli ultimi anni, arrivando persino a ricoprire, oltre ai primi, e per diversi mesi, anche quello di parlamentare europea, accampando a sua discolpa il fatto che prendesse un solo stipendio, come se la questione sia di una qualche rilevanza politica; ci mancherebbe pure che vai a sommare gli stipendi e raggiungi il top della dichiarazione dei redditi in Sardegna, a discapito dei tanti che a stento riescono a tenere aperte le proprie aziende, e non riescono neanche a scaricarsi la benzina, perché non hanno prodotto gli utili per farlo, questione che non riguarda certo le tabelle Aci tornate recentemente in auge grazie alle ultime inchieste.
Le primarie che hanno visto vincere Francesca Barracciu, tenute ben chiuse, escludendo lo stesso Renato Soru anche in quanto indagato, non a caso sono precedenti all'inclusione della stessa tra i possibili spendaccioni del Consiglio regionale. 
Anche questo è sinistra oggi, forse Berlinguer non se l'aspettava ma è andata così. Io che sono per formazione un liberale non mi sento nè di sinistra nè di destra, ma i migliori esempi che la politica ci ha offerto, da una parte e dall'altra, li considero comunque dei padri da onorare.
Mi sono dilungato sulla questione morale e il centrosinistra perché è con loro che stiamo dialogando, altrimenti ci vorrebbero altre trenta righe, e già così è un mattone.
Come sardisti non possiamo tralasciare questi aspetti, la politica deve essere di esempio, quando si dice che essa è l'arte del compromesso si dice la verità, ma non implica che sia l'arte del compromettersi, bensì del mediare tra le diverse posizioni in campo. Dobbiamo trovare il modo di portare nelle istituzioni nuova linfa e progetti legislativi che aiutino i sardi a vivere meglio, ad emanciparsi, prima di tutto dalle proprie convinzioni e dal fatalismo dominante.
Arriveremo così al giorno delle elezioni, con un centrodestra e un centrosinistra che si distinguono sul piano paesaggistico, molto meno sull'occupazione del settore pubblico, un Movimento 5 Stelle che metterà il candidato nella calza della Befana, e checché se ne dica fa paura a molti.
Il mondo indipendentista avrà diversi riferimenti, distinti non per idee ma per personalità, e nel suo complesso rischia di conservare quell'aura di cui si fa forte la controparte, la mancanza di credibilità nei messaggi di fondo dovuta alle eccessive divisioni, ai personalismi etc...


Noi indipendentisti comunque ci siamo, sardisti o meno, ci proviamo e per questo a volte sbagliamo pure, ma non finiremo quel giorno, ovvero il giorno delle elezioni, di dire la nostra.

2 commenti:

  1. Corrado, il tuo pezzo "Mi piace". Poi condivido Andrea Nonne quando parla di “ importanti innovazioni apportate recentemente al pensiero indipendentista". Io credo che abbia acquisito credibilità. Ha maturato una evoluzione in questi ultimi anni, emancipandosi da quegli stereotipi sull'identità scaturiti dalle tradizioni e dalla storia. Il processo che è andato delineandosi si è sviluppato intorno ad un progetto condiviso, da una “volontà collettiva culturalmente organizzata e ordinata”, nella società, e a piccoli passi anche dentro le istituzioni. Hai ragione quando dici che le divisioni fanno perdere credibilità, ma gli avvenimenti di questi giorni mi inducono a pensare che la stagione delle divisioni è al suo epilogo; certa classe politica sarda mira ad unire e non a dividere, e io spero che lo capiscano tutti i sardi che intendono realizzare il bene della Sardegna. Ciao.

    RispondiElimina
  2. Corrado, il tuo pezzo "Mi piace". Poi condivido Andrea Nonne quando parla di “ importanti innovazioni apportate recentemente al pensiero indipendentista. Ha acquisito credibilità. Ha maturato una evoluzione in questi ultimi anni, emancipandosi da quegli stereotipi sull'identità scaturiti dalle tradizioni e dalla storia. Il processo che è andato delineandosi si è sviluppato intorno ad un progetto condiviso, da una “volontà collettiva culturalmente organizzata e ordinata”, nella società, e a piccoli passi anche dentro le istituzioni. Hai ragione quando dici che le divisioni fanno perdere credibilità, ma gli avvenimenti di questi giorni mi inducono a pensare che la stagione delle divisioni è al suo epilogo; certa classe politica sarda mira ad unire e non a dividere, e io spero che lo capiscano tutti i sardi che intendono realizzare il bene della Sardegna.

    RispondiElimina